Una storia iniziata nel 1962

Tutto ebbe inizio cosí

Un padre non sarebbe davvero tale se non sperasse, almeno una volta nella vita, che i propri figli avessero un lavoro diverso dal proprio.

Il padre in questione si chiama Gianbattista Gattoni, è di Viggiù, e come buona parte dei bambini e dei ragazzi di quel paese di confine, dimostra presto doti artistiche per il disegno e la scultura.
Soldi per studiare però ce ne sono pochi in una famiglia che conta otto figli tra fratelli e sorelle, che troppo presto deve rinunciare alla madre morta giovanissima e si regge su un padre che non può certo permettersi di allevare giovani artisti.

Sei bravo a disegnare?” gli chiedono; “Vedrai, sarai un ottimo imbianchino!”. E fu così.

Curioso tutto parta da qui, da tre mancanze: la mancanza della mamma, la mancanza dei soldi, e improvvisamente la mancanza di una solida salute.
E così, per una forma di allergia Gianbattista è costretto ad abbandonare la professione di imbianchino e diventa dipendente di un colorificio di Varese.

Ma un alpino come lui, uno che ha fatto la guerra e che canta ai nipoti “Sul Cappello” ad ogni occasione, non può contentarsi di un impiego modesto.

E alle tre mancanze (mamma, denaro, salute) Gianbattista risponde con l’ambizione e in anni di confine tra il finire del ’50 e l’inizio del ’60, apre in Via Dazio Vecchio il suo primo colorificio.

Anni duri e difficili

I due gatti rigorosamente neri (perché vorrai mica essere scaramantico!) campeggiano su una modesta insegna, ahimè andata persa, accanto al cognome Gattoni.

Sono anni duri: ad aiutare Gianbattista c’è la moglie Luigia e il secondo dei due figli, Alessandro (il primo per cui il papà ebbe a sperare che facesse qualcosa di diverso).

In alcune giornate nessuno entra “in bottega” e si risparmia su tutto, anche sul riscaldamento che pure sarebbe stato così necessario. E capita anche di passare davanti a colorifici che di anni di attività ne contavano già diversi e l’andirivieni di clienti privati e professionisti aumenta ulteriormente il senso di freddo e il timore di aver sbagliato tutto.
Ma è solo questione di tempo; di tempo, passione, dedizione e di quella voglia di dare sempre un consiglio in più ai propri clienti.

Fedeli alle nostre origini

L’esperienza di imbianchino e quella di appassionato di disegno e pittura aiutano: oggi, anno 2021, sono ancora molti i clienti con i capelli bianchi che ci ricordano, non senza nostalgia, di come Gianbattista abbia insegnato loro a ombreggiare, filettare, incorniciare, piuttosto che dare profondità ad una tinta.

E’ stato il suo modo di lasciare un segno e ci è riuscito.

Ed è anche la prima qualità che i due fratelli, Alessandro e Gianfranco (il secondo a deludere la speranza del papà) hanno fatto propria rendendo la pratica del “buon consiglio” una tradizione del Colorificio Gattoni che, ad oggi, resta immutata e distintiva.

L’attività che nel 1962 (11 settembre per la precisione) lascia i primi documenti di ufficialità, si è nel frattempo trasferita in Piazza Repubblica.

Intuizione vincente

I clienti sono ormai molti, molti più di quanto non fossero le tinte disponibili per le pareti delle loro case: avorio 102, giallo frumento 115, nocciola, verde pisello, rosa tramonto, e dei prodotti disponibili per realizzarli: Ducotone, Plasticone, Paintone.

La tintometria non si sapeva nemmeno cosa fosse e realizzare come facciamo oggi 1950 tinte di una sola cartella colori non era nemmeno pensabile. E fu proprio per questo che quando il primo tintometro fece la sua comparsa sul mercato, i fratelli Gianfranco e Alessandro intuiscono che questa sarà l’innovazione che cambierà il mondo del colore e decidono di anticipare il futuro.
La decisione si rivela vincente: le possibilità di scelte cromatiche aumentano esponenzialmente; i clienti non sono ancora abituati ad una tale profondità di scelta e ripagano il colorificio in numero sempre maggiore riportando la loro soddisfazione per la qualità offerta.

E i colori, sempre più sgargianti, irriverenti e mediatici, ci portano agli anni ’90.

Il blu e giallo di Block Buster irrompono in città con il loro carico di attese e di novità commerciali e comunicative.

Ricordo chiaramente l’ansia di Gianfranco e Alessandro spaventati da questa multinazionale americana che, inconsapevolmente, li obbligava a “levare le tende” per spostarsi poco a fianco, una porta più giù, per occupare i vecchi magazzini del Consorzio Agrario.

Ma siccome i cambiamenti non vanno subiti ma sfruttati, i due fratelli decidono che lo spostamento dovrà coincidere con il raddoppio della superficie commerciale.

Anche questa decisione, presa tra mille comprensibili ansie si rivela vincente. E dopo qualche anno più di un cliente racconta che a Varese, in quegli anni, molti dicevano: “ci vediamo davanti a Gattoni, di fianco a Block Buster” e non il contrario, intendendo che il punto di riferimento per la zona era e restava il Colorificio.

I due gatti

Finivano gli anni ’90 e ancora non avremmo potuto immaginare quanto il nuovo secolo avrebbe visto cambiare rapidamente le nostre abitudini di consumo.
La grande distribuzione avrebbe aperto centri sempre più grandi, luminosi e coinvolgenti; l’e-commerce ci avrebbe permesso di scegliere qualsiasi tipo di prodotto stando comodamente seduti a casa, pagando senza utilizzo di moneta e godendo di una scelta praticamente infinita di merceologie.

Ma in Piazza Repubblica a Varese, 2 gatti rigorosamente neri si accostano al cognome Gattoni e per molti varesini e non solo, continuano ad essere sinonimo di qualità, di competenza, di passione sincera, di buoni consigli e di “buona spesa”.

Da allora, dal 2006, un’altra generazione, quella di Carlo e Chiara prosegue il lavoro iniziato dal nonno e proseguito dai rispettivi genitori.

Nuove sfide e rapidi cambiamenti

Le sfide si sono fatte forse ancora più difficili, la competizione più alta, le risorse più scarse e in un contesto così complesso non è semplice dare risposta a quesiti fondamentali per l’esistenza stessa del negozio.
Ma ancora più di allora, crediamo che i mutamenti economici, culturali e sociali debbano essere compresi e cavalcati piuttosto che temuti.

Anche oggi, come allora fu l’apertura di una attività e poi l’acquisto dei primi tintometro e spettrofotometro e l’espansione della superficie di vendita, anche oggi ci guardiamo in faccia con serietà, disincanto e coraggio per intuire i motivi e la direzione del cambiamento e indirizzare i nostri investimenti rendendoli funzionali a quello che il mercato ricercherà.
La scommessa è piena di fascino, di curiosità e, perché no, di un pizzico d’ansia. In questo, confrontarsi con una storia tanto fortunata e appagante fa tremare un pò i polsi, la paura di sbagliare è sorella della convinzione di avere tutte le capacità e le possibilità di fare bene.

Esperienza consolidata e qualità confermata

E ci piace sapere che saranno ancora i nostri clienti ad essere ago della bilancia della bontà di certe scelte.
Quegli stessi clienti che nell’ultimo decennio ci hanno scelti per diminuire le dispersioni termiche delle proprie case (cicli a cappotto), che ci hanno contattati per avere cicli nella realizzazione di resine o microcementi, che sono rimasti felicemente sorpresi di scoprire che potevano affidarsi a noi per la posa di un pavimento in laminato, di un decorativo a calce, che hanno arricchito le loro pareti con le nostre carte da parati o che hanno scelto i colori per la propria casa da un “mazzettone” di oltre 980 tinte creato apposta per loro con tanto di prodotti specifici dedicati: traspiranti, lavabili, superlavabili e per superfici difficili. Tutti mirati, tutti coprenti, tutti marchiati con due gatti neri perché noi scaramantici mai!

Futuro insieme

Saranno ago della bilancia quei clienti che hanno visto crescere costantemente i prodotti per belle arti, che hanno aderito ai nostri corsi serali, che hanno partecipato a concorsi, realizzato murales, che hanno vinto premi in concorsi di pittura, che accompagnano i figli ad acquistare il loro primo cavalletto da campagna e raccontano loro di quella volta in cui: “Tuo nonno fece lo stesso con me, avevo 10 anni e sembra ieri….”.

A loro, a tutti loro, diciamo che nonostante questa evoluzione sia arrivata fino ad oggi, per noi questo risulta essere già il passato.

Il futuro è qui, abbiamo già svoltato l’angolo e lo guardiamo dritto in faccia.

 

Ringraziamento speciale

Nella nostra fantasia è un’immagine festeggiata dal sole, i contorni sono ancora e sempre quelli della nostra città, Varese, a cui rivolgiamo un caloroso ringraziamento per averci sostenuti sempre in maniera così energica. Abbiamo fatto molto per meritarci questo sostegno ma non era scontato riceverlo.

E continueremo a fare molto, abbiamo le idee chiare e siamo convinti che i prossimi sviluppi, che ai nostri occhi stanno già germogliando, saranno un modo concreto per essere scelti ancora,  per dare nuovo appagamento e soddisfazione a chi acquisterà nel nostro Colorificio e sceglierà i nostri prodotti, per dare a chiunque si rivolga a noi (privato, professionista, associazione…) l’assistenza e le attenzioni che merita, per far sentire il nostro cliente, qualsiasi cliente, un cliente speciale.

Questo è il credo, il motivo dei Gattoni, quelli del Colorificio. E a Gianbattista, Gianfranco e Alessandro, Carlo e Chiara è da sempre chiaro che sì la fatica, sì l’abnegazione e i sacrifici ma tutto questo non può annullare il desiderio e la gioia di condividere l’orgoglio per quel pezzo di umile storia umana e professionale che un’intera famiglia, nessuno escluso, ha contribuito a scrivere.

Noi siamo curiosi di vedere compiuti i prossimi capitoli, conoscere lo sviluppo ulteriore che avrà questa storia che, chissà, magari si farà anche di nuovi interpreti con nuove idee, nuove visioni, nuovo coraggio, intatto orgoglio.

Perché in fondo se è vero che nessun padre è fino in fondo tale se almeno una volta nella vita non ha desiderato che suo figlio facesse un lavoro diverso dal proprio, è altrettanto vero che nessun figlio sarebbe davvero tale se non avesse sperato, almeno una volta nella vita, di fare il lavoro svolto da suo padre.